mondo slavo

I CONTRIBUTI SERBO E RUSSO A FAVORE DELL EUROPA CRISTIANA Parte uno e parte due (aggiornato) @ALFREDO ANTONINI – tratto in parte da una cronaca di ALDOC.MARTURANO

Gli slavi

La cronachistica ortodossa concentrata nei monasteri,sia per volontà politica sia perché i monaci avevano una formazione che li rendeva avversi alla cultura erudita,aveva scopi didattici religiosi a sfondo biblico-liturgico ,affinchè i testi avessero contenuti “nazidatel’nye” ovvero edificanti.La funzione comunicativa era quindi diversa da quella storica asciutta ma funzionale alla creazione dell’ identità ortodossa e slava.In realtà,stendendo la sua volontà sui regnanti slavi, era Dio il protagonista di vicende che andavano considerate in chiave provvidenziale profetica e “slavocentrica”.Melnikova,Baryev ed altri si sono concentrati sulla ricerca di fonti alternative che vanno ad integrare varie omissioni e permettono un confronto
Qua faccio riferimento agli slavi a volte intesi come gruppo linguistico quindi nel senso esteso del termine.Mentre nel senso ristretto altre volte li potremo intendere come un gruppo etnico che fa capo ad antenati comuni ad ariani avesta mitanni ,ad una parte di turchi,una di ebrei leviti ed altri gruppi meno consistenti.In genetica sono prevalentemente individuabili come portatori di aplogruppi del cromosoma y M458,M558,Z280
Le persone di lingua slava sono in numero nettamente superiore agli slavi etnici.Comprendono gli stessi slavi stretti,parte dei finnici,la maggioranza dei dinarici,una fetta di turchi e tatari ed altri popoli.

Ora in particolare mi voglio soffermare sui Serbi e sui Rus nel ticordo delle battaglie di Kolikovo Polje e di Kossovo Polje.

Il peso storico degli eventi

Conosciamo le vicende religiose alterne che hanno portato prima i klhazari e poi i Rus ai cambi di religione.Per l Europa cristiana è stata di particolare importanza la conversione politica di Olga/Elena e successivamente di suo nipote Vladimiro,entrambe venerati da ortodossi e latini.Certo è vero che la conversione è avvenuta mantenendo una sorta di dualismo con la religione primitiva e mi dicono misto a credenze e superstizioni varie presenti nelle aree rurali.Resta il fatto che la loro conversione ha rappresentato il baluardo del mondo cristiano verso l espansione dei mongoli

La battaglia a Pian delle beccacce

Con la premessa che in quel 1380 le cattolicissime Polonia e Lituania erano schierate a favore dei Mongoli per interessi miopi, mi piace riportare il resoconto della battaglia come narrato dall amico A.C.Marturano:https://www.mondimedievali.net/Medioevorusso/battaglia.htm#:~:text=E%20la%20battaglia,per%20i%20russi%E2%80%A6

E la battaglia comincia…La prima mossa è di Mamai, che scatena i suoi arcieri e all’improvviso la cavalleria mongola irrompe nel piano, come un fiume in piena che si riversa improvvisamente a gran velocità scaturendo dalle viscere della Collina Rossa.È ormai passata un’ora e la battaglia già infuria al centro della Piana e dello schieramento russo e, benché gli armati cadano da entrambe le parti, i russi continuano a perdere posizioni sotto l’impeto della focosa cavalleria tatara. Ecco come descrive il culmine della battaglia il Cronachista: «Si scontrarono con grande forza. Con rabbia si uccisero gli uni con gli altri e non solo con le armi, ma, a causa della calca, molti morirono schiacciati dagli zoccoli dei cavalli, perché non c’era posto dove muoversi in quel Pian delle Beccacce: Quel posto fra il Don la Neprjadva era stretto, in verità. Si vedeva sangue dappertutto mentre brillavano come lampi le lame delle spade. Il rumore era forte e assordante sia per i colpi d’ascia che per l’incrociarsi delle spade, tanto che non era possibile avere una visione completa di tutta la battaglia. Già muoiono in tanti, molti eroi russi cadono come alberi colpiti dal fulmine. Anche l’erba è secca sotto il sole e calpestata dagli zoccoli…».Verso le quattro del pomeriggio la battaglia sembra ormai persa per i russi…obrok e Vladimiro di Serpukhov però sono ancora nascosti nella loro postazione e impazienti di intervenire. C’è vento contrario e sarebbe pericoloso scendere ora col rischio di non veder nulla per la polvere negli occhi, per cui indugiano ancora. Non appena cambia la direzione del vento, ecco che i loro uomini freschi si lanciano sul campo al galoppo. Bobrok e Vladimiro, per fortuna o per ispirazione divina, hanno scelto il momento giusto, proprio quando i tatari stanno inseguendo i resti dell’ala sinistra russa, ormai in rotta. Uscendo dai cespugli e riuscendo ad attaccare i tatari dal fianco e da tergo, il nemico è respinto e sbaragliato. La tradizione racconta che i tatari, non appena videro questi nuovi armati russi, per la sorpresa gridarono disperati: «Ahinoi ! Ahinoi ! I cristiani ci hanno superati nei piani. I migliori di loro si sono tenuti nascosti ed ora che le nostre membra sono stanche, dopo ore di battaglia, ci attaccano, loro freschi. Chi li potrà battere ora?». La sorpresa infatti ha avuto il suo effetto. Costretti contro la riva della Neprjadva i tatari combattono ormai sulla difensiva e appena possono, scavalcando i cadaveri dei compagni, ripiegano verso la Collina Rossa, dove sicuramente possono trovar rifugio e riunirsi ai loro capi.Continua così la lotta finché le sorti della battaglia passano ormai chiaramente in mano ai russi.Mamai che ha visto la disfatta del suo esercito, non può far altro che fuggire di gran corsa anche lui verso la steppa del sud. I russi lo inseguono finché possono e finché conviene, ma non vanno oltre il rio Mecià, per timore di finire in zona sconosciuta e troppo lontana dal resto dell’armata per poter esser soccorsi nel caso peggiore.Per Mamai è finita perché neanche i lituani sono arrivati a dargli man forte. Ha saputo dai suoi esploratori che il principe lituano Jagellone (il futuro re di Polonia, Ladislao V) è rimasto attestato a poche decine di chilometri dal Pian delle Beccacce, decidendo di non intervenire. Sembra che la ragione di questa improvvisa decisione sia a seguito di una lite con Oleg di Rjazan, rivale di Demetrio di Mosca. Tutti l’hanno sentito, quando Jagellone ha urlato: «La Lituania non è mai stata presa in considerazione da Rjazan’, ed io adesso dovrei unirmi a questo principe (solo per far dispetto a Demetrio di Mosca), perché mai ? Che follia!». E difatti, appena sa che Mamai è in fuga, al galoppo se ne ritorna a Vilnius. L’importante per Jagellone è che i tatari non abbiamo sconfinato nel suo territorio ucraino e inoltre, pensando forse che i russi, ormai imbaldanziti dalla vittoria, potrebbero rivolgersi contro di lui e batterlo, decide che è meglio tagliar la corda. E Oleg di Rjazan’? Rimasto da solo e con pochi dei suoi, segue Jagellone sperando di rifugiarsi in Lituania, ma, arrivato al confine del Principato di Smolensk, ha un ripensamento. Si ferma improvvisamente e dice ai suoi, secondo quanto ci dice la tradizione:«Voglio aspettare qui la notizia che il Gran Principe di Mosca sta attraversando i miei domini sul ritorno a Mosca e solo quando saprò che si è rinchiuso nel suo Cremlino, ritornerò a Rjazan».Logicamente avrà pensato che, se in Lituania non lo accogliessero, che farebbe senza terre e senza alleanze? È meglio attendere che Mosca celebri la sua vittoria. Nell’euforia dei festeggiamenti sicuramente non si penserà solo alle ritorsioni contro di lui, per la sua defezione dal campo di battaglia,  e così, magari, può vedere di trarne miglior profitto. C’è anche un’altra versione tramandataci sui movimenti di questo principe e cioè che sia stato inviato proprio da Demetrio presso Jagellone, con la preghiera che desistesse dall’attaccare i russi e che si schierasse invece contro l’infedele Mamai. Quella che sia la verità, questo Oleg di Rjazan’ appare come un opportunista senza pari!Intanto a Pian delle Beccacce, si cominciano a contare le perdite… Tutti però chiedono: Dov’è Demetrio? Nessuno lo sa e non lo si vede. Non glie l’avevano detto di mettersi al centro dell’armata per evitare di essere ucciso al primo scontro? Lui, no! Si era mescolato coi suoi proprio nell’avanguardia, svestendosi delle proprie insegne e si era gettato nella mischia. Qualcuno riferisce che era stato ferito proprio quando era andato all’attacco ed era o pesantemente ferito o certamente morto fra gli altri cadaveri. Non appena i russi ritornano dall’inseguimento dei tatari in fuga, si dà fiato alle trombe per il raduno dei superstiti e si comanda di cercarlo, almeno per poterlo seppellire con onore, mentre si contano i vivi e i morti e si controlla quali siano i feriti ancora guaribili e quali invece, intrasportabili, da lasciare sul campo. Le insegne sono state di nuovo piantate ritte nel suolo e c’è già qualche notizia dei caduti: Fra i morti ci sono il portainsegne di Demetrio, Michele Brenko, Nicola Veljaminov, quaranta giovani bojari moscoviti, dodici principi di Lago Bianco e una decina di bojari novgorodesi e… in tutto 12 principi e 483 bojari! Nel frattempo i grandi eroi che potrebbero già essere immediatamente acclamati in trionfo sono Vladimiro di Serpukhov e il grande Bobrok che hanno realmente risolto la battaglia a favore dei russi…I numeri poi sono quelli che sono: 40 mila armati soltanto, sono ancora in condizioni di proseguire il cammino con le proprie forze! Due terzi dell’armata è andata perduta e il principe di Mosca stesso è ancora disteso su una barella praticamente inerte. Demetrio infatti è stato appena ritrovato.

Era sotto i rami di un albero cadutogli addosso ed è gravemente ferito e coperto di sangue per i colpi di spada infertigli. È lavato ed aiutato a ritornare in sé, per apparire di nuovo in pubblico. Non appena si riprende, tutti gli astanti gli gridano: «Sire! Abbiamo vinto!». È vero, hanno vinto, anzi alcuni dei generali stanno già discutendo su come fare ad attestarsi nella steppa per impedire ogni ritorno immediato di Mamai e già si prevedono compiti duri e difficili, nel caso che Demetrio non sopravvivesse o non fosse più in grado di comandare. Se questo fosse il caso, chissà chi potrà riuscire a portarli a termine, dato che i figli di Demetrio sono ancora molto piccoli, ma la necessità di chiudere la partita per sempre coi tatari è ormai sulla bocca di tutti.  Non ci sarebbe molto di notevole dopo questa vittoria, oltre allo scarno bottino che Mamai ha lasciato sul campo, se non si tenessero presenti i seguenti punti: 

·    I moscoviti vincono e sbaragliano l’esercito di Mamai: Cosa che fino a quel momento non era mai accaduto contro i tatari, dopo le epiche imprese di Alessandro Nevskii!

·    Intorno a Demetrio si è raccolto uno dei più grandi eserciti dell’antichità,  che, a parte le esagerazioni dei cronisti dell’epoca, era veramente numeroso, oltre centomila uomini, ben addestrato e ben equipaggiato, se riuscì a battere Mamai i cui uomini erano sicuramente molti di più dei russi e contavano sulla presenza di esperti fantaccini come quelli genovesi e di arcieri tatari a cavallo, rinomati per la loro prontezza e perizia, persino nell’Europa Occidentale!

·    Per la prima volta nella storia militare russa, al di sopra degli armati a quanto sembra, c’è stato un solo comandante supremo, Demetrio, che ha deciso strategie e manovre, seguendo piani prestabiliti.

·    È questa la prima battaglia condotta da un principe russo per l’unità nazionale (intorno a Mosca naturalmente!) e conseguentemente con questa vittoria si afferma, una volta per tutte, il diritto alla supremazia di Mosca, in questa “santa missione” di unificatrice di tutte le città russe della Bassa.

Tra storia e propaganda

Il racconto è piuttosto suggestivo e non lo analizzo nei dettagli perchè come detto lo scopo delle fonti non era tanto quello di esporre una narrazione storicamente ineccepibile quanto qualcosa di entusiasmante ed edificante al fine di cementare una coscienza nazionale.

Un mix genetico e culturale

In senso stretto metà dei serbi non sono slavi,di aplogruppo r1a, migrati dall ‘Asia ma genti del mondo balcanico illirico portatrici dell aplogruppo l ,che traggono le loro origini dalle culture cosi dette della “vecchia europa” come Starcevo e Vinca.Hanno abbracciato o subito il processo di slavizzazione o almeno così si suppone preferendo questa ipotesi a quella opposta .La parte più strettamente slava sembra prevalentemente originaria sin dell’Asia ma che si era poi stanziata presso l Europa centrale in una zona compresa tra le attuali Repubblica Ceca,Polonia e Germania.Durante il secolo scorso i Sorabi o Serbi bianchi che avevano continuato a vivere in quelle zone vennero perseguitati dai nazisti e la loro organizzazione messa fuorilegge,la Domowina https://it.wikipedia.org/wiki/Domowina

La nuova patria serba

Una volta che i serbi bianchi si furono trasferiti più a sud fondarono più entità per cosi dire statali,tra queste la Doclea presso il fiume Zeta,poi nota come Regno di Zeta ed anche la Rascia che esistette dal VII secolo fino al 1217 quando la dinastia dei Nemanjić. la mutò in Regno di Serbia.A caratterizzare fortemente l identità serba non c è solo la lingua slava meridionale ma la religione che a differenza dei vicini croati non è cattolica ma ortodossa ed a differenza di molti vicini bosniaci non è musulmana.Tali differenze religiose hanno contribuito a molti scontri con i vicini,si tratta di conflitti che sono riesplosi dopo la dissoluzione della Jugoslavia e che hanno riportato alla luce non solo questioni etniche e religiose ma la contrapposizione tra tendenze più slavocentriche ed altre più eurocentriche.

Pian dei merli

I serbi nel 1389 erano a capo di una coalizione cristiana https://www.b92.net/eng/news/politics.php?yyyy=2009&mm=06&dd=28&nav_id=60129 supportata dal Regno di Bosnia e dai moravi serbi oltre che dalla Serbia. si ritiene che si trattava di 25.000 uomini che si trovavano a fronteggiare 50.000 turchi ottomani

Sul luogo della battaglia nonostante nel 1953 era epoca socialista atea venne eretto un monumento presso il quale qualche storico ritiene ci fu il discorso ufficiale con il quale successivamente Milosevic abbracciò il nazionalismo serbo : Alessandro Marzo Magno-La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001: i fatti, i personaggi, le ragioni dei conflitti, Milano, Il Saggiatore, 2001. – ed. riveduta, Il Saggiatore, 2005; NET, 2006; con una postfazione di Barbara Gruden, Il Saggiatore Tascabili, 2011; ed. aumentata, Il Saggiatore, 2015.Va anche detto che è evidente che se i comunisti nel 1953 avevano costruito un monumento laddove la cristianità aveva combattuto i turchi,già quel nazionalismo lo avevano riconosciuto e celelebrato.Ricondurre la guerra fredda,teniamo comunque conto che la Jugoslavia non aderiva al Patto di Varsavia,ad uno scontro tra comunismo e democrazie industriali (almeno sotto al profilo formale) è semplicistico e riduttivo.In seguito nel 2014 anche il Presidente Nikolich tenne un discorso presso questo monumento https://www.b92.net/eng/news/politics.php?yyyy=2014&mm=06&dd=30&nav_id=90814

La battaglia iniziò con l’avanzata della cavalleria serba, che distrusse completamente l’ala sinistra ottomana. Le truppe comandate da Branković riuscirono inoltre ad annientare completamente anche l’ala destra degli avversari, ma gli Ottomani furono infine raggiunti da cospicui rinforzi e poterono così sconfiggere le milizie avversarie, stanche e inferiori numericamente. Pressoché tutta la nobiltà serba fu sterminata sul posto insieme al Knez Lazar. Il comandante Vuk Branković si ritirò e continuò la resistenza contro gli Ottomani, ma successivamente fu a sua volta catturato dai Turchi, morendo in prigionia : https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_della_Piana_dei_Merli#:~:text=La%20battaglia%20inizi%C3%B2,politica%20e%20militare.

Il sacrificio serbo servì a rallentare l avanzata ottomana che culminò con l assedio di Vienna.Premesso che per farsi un idea serve confrontare varie fonti ,mi sono ricordato di una,se avete tempo potete dare uno sguardo qua :

Considerazioni

Il contributo in termini di vite umane che gli slavi hanno apportato all Europa cristiana è stato importante storicamente ed al di la di questioni ideologiche è stato anche coraggioso se teniamo conto che hanno affrontato praticamente da soli e senza il contributo di Roma una parte della lotta contro popoli non europei venuti a mettere a repentaglio la medesima cristianità

@alfredoantonini con la base bibliografica della fonte di Aldo C.Marturano circa Kolikovo Polje

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