mondo slavo

MEDIOEVO EUROPEO E L ANTICO NORD [email protected]

Uno dei tanti libri di Aldo C.Marturano

Primo capitolo del mio libro in uscita nel 2024( non quello relativo all immagine sopra)Che ne dite?

1. Medioevo europeo e l’antico Nordest

Diventato una voga popolare il Medioevo è oggigiorno sulla bocca di tutti, per tacere degli innumerevoli reenactments in costume con gli eventi guerreschi più spettacolari, assolutamente encomiabili, se dietro lo spettacolo c’è un accurato studio archeologico come è il caso di Igor D. Górewicz a Volin in Polonia. In Italia la conoscenza del passato europeo è tuttavia praticamente nulla nella persona colta comune, sebbene si propongano da parte di zelanti associazioni tours nei musei e in cittadine altrimenti sconosciute fra ruderi a malapena riconoscibili come tali. Lo scopo? Ammirare e apprezzare “i resti medievali” d’ogni tipo e aspetto a testimonianza del grande passato italiano quasi al 100 % sotto tutela dell’UNESCO. Eppure non altrettanto pittoreschi in altri paesi ci si trova di fronte a patrimoni magari non famosi quanto il nostro, ma di sicuro medievali per datazione.Vediamo allora di suscitare qualche curiosità per la storia del Nordest europeo, benché non per l’intera regione, ma soltanto per una parte di essa e a grandi tratti fra 800 CE e 1100 CE, poiché questo è il periodo delle vicende del Medioevo Russo. Per sfortuna il paese non avendo fatto parte dell’Impero Romano non dovrebbe sventolare alcun vessillo medievale giacché tale storica ripartizione del passato appartiene alla periodizzazione inventata in Occidente proprio in relazione alla caduta dell’Impero di Roma sul Tevere. Non solo! È organizzato dalla solita storiografia in modo che sia impossibile immaginare una storia uguale fuori dall’Europa del cerchio magico Francia-Gran-Bretagna-Germania-Italia (cfr. H. Illig, J. Heers et al.). È pure da premettere che, con internet e simili sistemi globali di comunicazione a costo quasi nullo, la ricerca storica implica in particolare non tanto i documenti scritti, quanto il lavoro speciale di archeologi con nuovi strumenti d’indagine e nuove teorie operative. La base cognitiva si è oltremodo arricchita di particolari inaspettati e gli interessi negli scavi non sono più di ritrovare le pietre preziose e l’oro di H. Schliemann (v. Wikipedia) o i grandiosi monumenti architettonici di Pergamo per poi smontarseli ed esporli nei musei dei paesi ricchi. Oggi in primo luogo è portare alla luce ogni reperto materiale anche microscopico per esaminarlo con l’ausilio di svariate discipline e così capirne origine, usi, provenienza e quant’altro per infine collocarlo nella storia eurocentrica universale dell’uomo, essere che vive ed è parte dell’ambiente con tutte le vicissitudini climatiche.Collezionando in tal modo parecchi indizi ci permette di immaginare come sono vissuti i nostri antenati e che ne pensavano di quanto sembra a noi oggi essere avvenuto. Sottolineiamo nostri poiché gli ultimi scavi in siti medievali o persino anteriori i fossili umani in ambito (archeo)genetico statistico e demografico confermano che si tratta di parenti stretti con le attuali comunità nazionali d’Europa. Anzi! La parentela, termine da evitare ormai che è dimostrata essere un istituto culturale e non un pleonasmo biologico, è paneuropea e col resto dei popoli della Terra!

Per la verità da qualche secolo ristrutturata secondo le idee escatologiche cattolico-cristiane, la storia insegnata prevede un Evo Antico con l’insieme degli eventi degli antichi popoli pagani, in particolare inglobati nell’Impero Romano d’Occidente e che non avevano conosciuto Cristo sin dai tempi della creazione. Questo Evo veniva quindi vituperato dalla dottrina cristiana in espansione che lo giudicava un supposto periodo dell’umanità con costumi sbagliati e si erigeva a rappresentare la novità di salvezza dalla decadenza altrimenti inarrestabile dell’intero genere umano. Nasce con Cristo prima dell’attuale Evo Moderno un Evo di mezzo da considerare duro e buio per scontri, guerre e catastrofi a causa dell’ignoranza della vera creazione divina del mondo. Con la vittoria della lotta fra paganesimo e cristianesimo a conclusione del Medioevo è il tempo del cammino trionfale della Chiesa Cattolica Apostolica Romana contro ogni credo superstite e quel che ci viene ammannito sotto il titolo Storia d’Europa – scriviamolo in modo conciso e diretto – è nient’altro che la Storia del Cattolicesimo europeo. Non solo, ma ogni gente non riscattata dal Cristo cattolico di Roma sul Tevere non può far parte della storia universale voluta dal creatore e viene ideologicamente scartata come non degna d’umanità.Per comodità e convenzione anche noi fisseremo l’inizio del Medioevo Russo intorno all’anno quando è incoronato Imperatore Romano, in conflitto di interessi con l’Imperatore legittimo già esistente a Costantinopoli, il germanico Carlo poi detto Carlomagno.Ricordiamo che Costantinopoli o Roma Nova/Roma Secunda nella storiografia occidentale con pignoleria diventa Bisanzio e l’Impero Romano d’Oriente sarà l’Impero Bizantino ossia il cambio di denominazione affinché Roma Nova cristiana e scismatica dal 1054 CE, non sia confusa con Roma sul Tevere, sede papale.A questa stregua al Nordest europeo una storiografia medievalistica diventa un termine-maschera perché non racconta alcunché di organico di queste parti prima del IX-X sec. CE. Addirittura la storiografia ancora autorevole, ma intrisa di religione e di pregiudizi culturali fino a qualche decennio fa, propagava che il Nordest fosse un semi-deserto abitato da genti strane e mostruose.

Museo del Nord di O. Worm di Copenhagen del XVII sec. CEE allora quali realtà descrivono e raccontano gli accenni delle fonti scritte anteriori a quei tempi come Tacito o Plinio il Vecchio del I sec. CE anche se oltre il bacino del fiume Oder non vanno? E Procopio di Cesarea dall’Anatolia? Quale situazione antropica interessante può suggerire l’archeologia nata come scienza accademica in URSS ca. 1950 CE che localizza genti fin dall’età del bronzo nel Mar Baltico?L’Impero Romano d’Occidente di regola aveva evitato di oltrepassare il limes sul Reno e si era tenuto sempre sulla riva sinistra del fiume poiché sulla riva destra rigogliose, ma impenetrabili, resistevano vaste zone della foresta boreale europea che una volta copriva Spagna e Francia, ma che era stata distrutta massicciamente nelle campagne di conquista delle armate romane. A quei tempi per l’Impero Romano senza macchine e negato all’innovazione tecnologica che non fosse militare, la selva rappresentava l’unico grande giacimento di risorse energetiche e di materie prime per produrre armi e simili equipaggiamenti… ma faceva paura! Poi l’impero si era spezzato in partes duas con la nuova Roma sul Bosforo di Costantino I. Quest’ultimo imperatore aveva dichiarato la religione cristiana l’unica legale nella sua parte d’Impero e con tale dottrina ormai si celebrava qualsiasi politica quando c’era sospetto di pratiche pagane contro chi frequentasse troppo spesso il fitto degli alberi specie se di notte.Malgrado le trasmigrazioni di popoli dall’est dell’Eurasia si prevedeva la conversione al cristianesimo di tutti gli uomini, cittadini romani e barbari, con l’Imperatore al comando supremo e il Patriarca al suo servizio. L’umanità intera, Cristo l’aveva confermato, era in perenne attesa di una fine del mondo annunciata senza fissare una data precisa. Avrebbe avuto luogo allora un minaccioso giudizio universale, per cui per salvarsi dai tormenti eterni dell’inferno dopo una vita e una morte da pagani occorreva, finché viventi, relazionarsi col dio cristiano e obbedire ai suoi comandamenti. Di qui la logica necessità di fondare città e conventi nelle foreste dove la propaganda della fede cristiana si potesse lustrare e appaiare con lo sfarzo materiale – costosissimo di vesti e gioielli e altre simili amenità – dei prelati ecclesiastici che si mostravano in pubblico durante gli spettacoli dei riti nelle piazze in sostituzione di quelli pagani.La propaganda della fede fu quindi il compito della Chiesa (detta ortodossa nel Nordest, dopo il già citato scisma unilaterale della chiesa “latina” detta cattolica da quella “greca” del 1054 CE) e i predicatori mandati allo sbaraglio fra gli stranieri senza fissa dimora e senza spazi cittadini appositi e cioè piazze e tribune, si trovarono a dover spiegare con chiarezza come fare per propiziarsi l’irosa divinità cristiana sollecitando sacrifici non più di vittime umane o animali, ma in forma di servigi gratuiti e di risorse cominciando già ad abbattere gli alberi sacri venerati dai pagani.Insomma al piacere di star meglio insieme cristiani e pagani convertiti, alla fine con la dovizia del legno a disposizione molte delle attività si concentrarono nell’architettura per l’esigenza più elementare e più urgente di ripararsi dalle intemperie e per lodare al coperto con canti e suoni Cristo in chiese e cappelle

@AldoC.Marturano

a cura del blog

sito divulgativo