tempi antichi

UN FREGIO D’ARMI DELLA FINE DEL SECOLO I A. C. RINVENUTO NELL’AGER SORANUS (Balsorano) @elisatrillyantonini-alessandratanzilli

Se l’Aurigemma, nel pubblicare agli inizi del ‘900 un’iscrizione inedita a carattere funerario sistemata nel cortile del castello Piccolomini di Balsorano, affermava che l’epigrafe era la prima memoria romana restituita dal territorio1, una nuova scoperta a Balsorano Vecchio invece non solo amplia un non scarso repertorio materiale grazie a rinvenimenti più recenti2, ma – aprendo la strada ad ulteriori spunti di ricerca – configura la distribuzione nell’area di nuclei abitativi e necropoli e rafforza anche l’ipotesi che l’ager Soranus in epoca romana si estendeva maggiormente verso nord fino al confine con Antinum comprendendo la bassa Valle di Roveto, come del resto induce a prospettare l’antico toponimo di inclita vallis Sorana attribuito a tale zona3, la cui notevole importanza nel passato è evidenziata dalla presenza di strutture difensive, di monasteri e abitati di varie epoche4. Il collegamento con la valle lirina era assicurato da una strada di fondovalle sistemata alla fine del I sec. d. C., diffusamente documentata da fonti storiche, archeologiche e cartografiche5, e da un tracciato viario di mezzacosta, la via antiqua quae dicitur Marsicana o via Sorana, che congiungeva Sora con Antinum percorrendo il versante orientale della valle e attraversando gli abitati odierni di Balsorano Vecchio, San Giovanni, San Vincenzo Valle Roveto, Morrea, Civita d’Antino, loc. Casale di Civitella Roveto e Capistrello6. A questo panorama si aggiunge oggi il rinvenimento di un blocco con rilievi d’armi di contesto funerario, notato durante una ricognizione del territorio effettuata nell’aprile 2013 in un terreno di proprietà della Curia vescovile di Sora, non lontano da piazza San Martino e dalla vecchia strada comunale per Balsorano Vecchio7. In calcare locale (figg. 1-2)8, il blocco è stato riutilizzato come gradino d’accesso a un’aia e a un campo recintato e presumibilmente proviene dalle immediate vicinanze; sulla faccia a vista è individuabile la figurazione a bassorilievo, sormontata da una regula, di due elementi dell’equipaggiamento militare afferenti ad una tipologia consueta nel territorio sorano: la prima figura da sinistra è una parma equestris in dotazione dei cavalieri e dei soldati di prima classe9, confrontabile con lo scudo effigiato nella seconda metopa da sinistra del fregio dorico in marmo inserito nella facciata della chiesa di Santa Restituta in Sora10, e con un fregio continuo sistemato nei pressi di via Napoli, sempre a Sora11. Il secondo elemento figurativo, due scuta incrociati e sovrapposti con spina fusiforme e umbone centrale12, trova affinità e confronti in un rilievo del blocco di architrave con fregio dorico riutilizzato nella costruzione della cappella di Santo Stefano a Vicalvi13, nonostante che per effetto dell’esposizione alle intemperie e delle manomissioni operate nell’adattamento alla funzione odierna sia appena distinguibile. La diretta somiglianza tra le figurazioni implica, come altrove già evidenziato14, l’attività in zona, in un arco temporale definito, di un’officina di marmorariie lapicidi che era solita ricorrere al medesimo“cartone” per realizzare il bassorilievo descritto e i fregi sorani. Il fenomeno della rappresentazione dei rilievi d’armi interessò dunque non solo la valle lirina, ma anche la parte della Valle Roveto che ricadeva nell’ambito giurisdizionale e nella sfera d’influenza del municipium di Sora; il fregio è dunque riconducibile alla temperie artistica frequentemente rappresentata nel Sorano, espressa dai monumenti funerari decorati da fregi dorici e continui con rilievi d’armi costruiti dopo la deduzione coloniale della fine del I secolo a. C. lungo le strade di maggior importanza per commemorare i meriti militari di una classe sociale emergente

*La foto è di elisa Antonini, il disegno di Alessandra Tanzilli. 1 AuRIGeMMA 1910. L’epigrafe è un titulus sepolcrale del liberto Marcus Novius. La gens dei Novii è documentata anche dall’iscrizione edita in CILIX 3838 di Quintus Novius Iucundus,proveniente dalla frazione di Santa Restituta Le Rosce nel comune di San Vincenzo Valle Roveto. 2 Per quanto riguarda Balsorano, cfr. i rinvenimenti di tombe di età arcaica e repubblicana lungo la via statale S.S. n°82, in loc. Affitto, nei pressi della stazione ferroviaria, nelle vicinanze di via Collegrotti e della stradina che congiunge l’abitato moderno a Balsorano Vecchio (GROSSI 1992, pp. 86-87 e la nt. 72). Per i resti abitativi, v. infra, nota 4. 3 Il confine, di creazione tardo-repubblicana, ribadiva la divisione territoriale fra Marsi e Volsci, poi perpetuata in età tardo-antica e altomedievale. Le aree di pertinenza di Sorae Antinumsono documentate dai differenti toponimi che sin dall’VIII secolo denominavano le chiese dei comuni di San Vincenzo Valle Roveto e Roccavivi, indicate in valle Urbeti o Orbetu, e di San Giovanni e Balsorano, situate secondo le fonti in valle Sorana; solo in età normanna la Marsica fu ridefinita comprendendo i territori un tempo appartenuti alle colonie romane di Carseoli e Alba Fucens, a Sora e alla praefectura di Atina (GROSSI 1980, pp. 133-134; GROSSI 1991, p. 199). 4 Le emergenze archeologiche e storiche ricavabili dalle fonti, dalle strutture ancora in situ o dai rinvenimenti occasionali delineano un territorio che in antico presentava una viabilità complessa e articolata in vie di fondovalle e pedemontane che collegavano vicisparsi, necropoli, cenobi benedettini, mulini, un centro fortifi
cato d’altura ed un avamposto vallivo sul Liri; si segnalano i resti del monastero benedettino di San Nicola, il vicus di Santa Lucia (individuabile grazie a murature di grandi blocchi posti a secco su aree terrazzate, vasellame ceramico e tegolame), la villa romana e le tombe a cappuccina in località Affitto nei pressi della strada romana di fondovalle, un vicus ed un’area funeraria nel vallone Sant’Onofrio, la chiesa della Madonna delle Grazie (o dell’Osteria) in località le Starze (la cui abside è formata da una torre cilindrica appartenente ad una fortificazione ben più ampia), presso cui sorge una torre a pianta quadrata con resti di riuso a mulino, il castello Piccolomini di Balsorano, costruito nella seconda metà del ‘400 su un impianto della metà dell’XI secolo, il villaggio incastellato di Balsorano Vecchio, il cui nucleo originario – risalente ai secc. XI-XII – è frutto di un riassetto in situdi un abitato romano – come conferma l’esistenza di chiese già nel X secolo –, e l’eremo della Grotta di Sant’Angelo, dove era sorto un piccolo monastero benedettino. Per il repertorio dei rinvenimenti, QuILICI eQuILICI GIGLI 1988, pp. 62-63; GROSSI 1991, p. 216; GROSSI 1992, p. 86. Per un’analisi generale delle strutture medievali e delle fonti documentarie nella Marsica, e di Balsorano e Le Starze in particolare, SOMMA2000, pp. 226-230. 5 Sulla viabilità romana e medievale nella val di Roveto, AuRIGeMMA 1911, pp. 504-510. La strada di fondovalle fu sistemata per rafforzarne la funzione di raccordo tra la vie Valeria e Latina (GROSSI 1992, p. 41 e p. 90). Il tracciato, inalterato fino ad età moderna, è testimoniato da una mappa del secolo XVIII (ASFR, Pianta con l’indicazione degli opifici e dei molini lungo il corso del Liri e del Fibreno, 1791, Atti demaniali, busta 65, fasc. 153).6 L’antico tracciato è segnalato da tombe, vici, santuari e ville, per cui GROSSI 1991, p. 216 e nt. 47; GROSSI 1992, p. 41. 7 Il terreno ricade nel foglio 16, particella catastale 817. 8 dimensioni del blocco: cm 76 di lunghezza, cm 23 di altezza e cm 27 di spessore. 9 Sulla tipologia, POLITO 1998, p. 40; RuSSO 1981 per alcune attestazioni di fregi con armi in area abruzzese. 10 RIzzeLLO 1979, pp. 30-31, fig. 7; TANzILLI 1982a, pp. 113115 e fig. a p. 112.
11 TANzILLI 1982b, pp. 108-109; TANzILLI 1983, pp. 37-38. 12 Il tipo è esemplificato da POLITO 1998, p. 42. 13 RIzzeLLO 1979, pp. 34-35, fig. 11; TANzILLI 2013, p. 20, fig. 10. Il tipo di scutumè raffigurato nella prima metopa del fregio inserito nella facciata della chiesa di Santa Restituta a Sora, di cui sopra e alla nt. 10. 14 RIzzeLLO 1999, pp. 75-97. 15 TANzILLI e GRIMALdI 2009, pp. 75-79;TANzILLI 2013, in particolare p. 1


BIBLIOGRAFIA
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CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, Berolini 1863-
GROSSI 1980 = G. GROSSI, L’assetto storico-urbanistico del Fucino nel periodo italico (VII-III sec. a. C.), in W. CIANCIuSI, u. IRTI, G. GROSSI, Profili di archeologia marsicana, Avezzano 1980, pp. 119-185
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POLITO 1998 = e. POLITO, Fulgentibus armis, Introduzione allo studio dei fregi d’armi antichi, Xenia Antiqua, Monografie, 4, Roma 1998
QuILICI e QuILICI GIGLI 1988 = L. QuILICI e S. QuILICI GIGLI, Repertorio dei beni archeologici e monumentali, in Contributi per la pianificazione urbanistica della Valle Roveto, Il patrimonio archeologico monumentale, Roma 1988, pp. 39-68
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RIzzeLLO 1999 = M. RIzzeLLO, La produzione scultorea in età romana nel Lazio sudorientale: il caso di Sora, in Terra dei Volsci, Annali del Museo Archeologico di Frosinone, n. 2, Frosinone 1999, pp. 75-98
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TANzILLI 2013 = A. TANzILLI, Materiali funerari editi e inediti a Sora, Vicalvi e Casalattico, in Quaderni Coldragonesi, n. 4, a cura diA. Nicosia, Colfelice 2013, pp. 1725
TANzILLI e GRIMALdI 2009 = A. TANzILLI e M. GRIMALdI, Museo della media valle del Liri, Sora – guida alla sezione archeologica, Isola del Liri 2009

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