GIACOMO ANTONINI,QUEL TEMERARIO DEL RISORGIMENTO @riccardobruno

Il ricordo di un patriota risoluto nelle parole di Riccardo Bruno,Vicesegretario Nazionale del Partito Repubblicano Italiano

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Varallo, l area del Ponte dedicato a Giacomo Antonini ( al centro verso sinistra la statua).
Grazie a Stefano Torri per la fotografia
Grazie a Jane Schuler Antonini Fuselli per la fotografia
Fotografia di STEFANO TORRI

Di Giacomo Antonini sono conosciute tre immagini. La più imponente è la statua a Varallo Sesia dove lo si vede nell’atto di estrarre la spada dal fodero. Vi è poi un ritratto in divisa da comandante della legione italiana costituita da lui stesso nel 1848, che ha le caratteristiche ufficiali con cui i militari venivano riprodotti all’epoca. Non si distingue dallo stile con cui ci viene tramandato un Manara, piuttosto che un Bixio. Infine un olio su tela del viso di Antonini e del suo sguardo intenso, quasi allucinato, quello di chi scorge l’abisso. Il Farini che era uomo moderato e che lo conobbe intorno a quegli anni di Antonini disse “è un folle che ne farà delle belle”. Che Antonini fosse folle o meno se ne può discutere, di belle le aveva già fatte tutte. Nasce nel 1792 nel cuore della rivoluzione francese a Prato Slesia e nel 1812 è già arruolato con Bonaparte nella Grande armata. Sopravviverà alla campania in Russia e combatterà in Germania. Sconfitto Bonaparte, non si sa se Antonini fosse anche a Waterloo, lo sappiamo invece in Polonia per l’indipendenza di quel paese che Bonaparte aveva solleticato e mai concesso. Catturato viene condannato a morte dallo Zar. Evade, viene rilasciato non lo sappiamo è il 1930. Comunque ripara in Francia e frequenta Mazzini. Se Buonarroti rappresenta il punto di contatto di Mazzini con la Rivolzuone, Antonini quello con Napoleone. Partecipa alla spedizione in Savoia. Ed eccoci arrivare alla sua ultima impresa la legione italiana per l’indipendenza di Venezia, 1848. In tutti questi frangenti ha perso un braccio, una cannonata? La cancrena. Non ci sono state tramandate memorie di Antonini e gli storici che se ne sono occupati hanno faticato parecchio a ricostruirne la figura. Ma è certo il tratto che non è quello dell’avventuriero ma dell’uomo politico che concepisce la lotta come unico tramite per raggiungere lo scopo. Ci si dimentica quanto di rivoluzionario portasse con se il bonapartismo, sotto i panni della tirannia. Antonini se ne accorse nei lunghi anni della restaurazione dove lui riprese subito le armi. Di tutti i militari italiani solo a Garibaldi il mondo andava più stretto. Ma Garibaldi è atipico rispetto la vincenda europea che riflette perfettamente Antonini nella sua passione bonapartista che diviene passione per il Risorgimento. Da Venezia non fa in tempo ad andare a Roma che è caduta. Sono gli ultimi anni di Antonini dove per quanto eletto nel parlamento del regno, si sa più poco o niente. E’ plausibile in lui la delusione di un percorso rivoluzionario, la conclusione della sua follia, il ritorno ad una vita normale che più nulla gli dicesse. E’ difficile trovare uomini come Antonini ed è tragico che si possano trascurare o peggio dimenticare

@RiccaroBruno